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prof.ssa Angelica Piscitello

martedì 24 gennaio 2012

Se questo è un uomo di Primo Levi



http://www.raiscuola.rai.it/articoli/primo-levi-lolocausto/3529/default.aspx

3 commenti:

  1. Il Giorno della Memoria è internazionalmente fissato al 27 gennaio per commemorare le vittime del nazismo, fascismo, dell’olocausto e di coloro che persero la vita per proteggere i perseguitati e vede ogni anno un fiorire di manifestazioni ed eventi per non dimenticare gli orrori di quegli anni.
    Anche chi segue questo blog commemora le vittime del più tremendo genocidio che la storia ricordi, per non dimenticare che questo è stato e che non dovrà più ripetersi!
    Prof.ssa Angelica Piscitello

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  2. SE QUESTO E' UN UOMO

    "VOI che vivete sicuri
    nelle vostre tiepide case,
    VOI che trovate tornando a sera
    il cibo caldo e visi amici:

    considerate se questo è un uomo
    che lavora nel fango
    che non conosce pace
    che lotta per mezzo pane
    che muore per un sì o per un no.

    Considerate se questa è una donna,
    senza capelli e senza nome
    senza più forza di ricordare
    vuoti gli occhi e freddo il grembo
    come una rana d'inverno.

    Meditate che questo è stato:
    vi comando queste parole.
    Scolpitele nel vostro cuore
    stando in casa andando per via,
    coricandovi alzandovi;
    ripetetele ai vostri figli.

    O vi si sfaccia la casa,
    la malattia vi impedisca,
    i vostri nati torcano il viso da VOI."

    Questa poesia costituisce la Prefazione di "SE QUESTO E' UN UOMO" di Primo Levi.
    E' una testimonianza e un ammonimento per le generazioni future.

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  3. Primo Levi si rivolge a tutti noi, che non abbiamo patito la precarietà, il dolore fisico e psicologico, la paura e il terrore nei lager tedeschi, che non siamo stati colpiti dalla peggiore bestialità umana e viviamo “tranquilli” nelle nostre confortevoli case, sostenuti dai familiari e dal cibo caldo, ricordandoci di considerare ciò che è accaduto nei campi di sterminio a migliaia di persone trasformate in esseri disumanizzati dall’odio; dal patimento; dal terrore, senza più un’identità!
    L’uomo del lager è divenuto un essere costretto all’annullamento e all’alienazione, che non si può più definire “uomo”, che si muove nel fango per un lavoro senza sosta, a fatica e, come un automa, costretto a contendere per un pezzo di pane; un essere che può perdere la vita per un semplice assenso o un rifiuto.
    Egli ci costringe a considerare se la donna che ha vissuto il lager può definirsi ancora tale! Tosata, identificata con un numero, senza più un nome, deperita, spettrale nella sua figura, annullata dei ricordi, con gli occhi spenti, senza futuro e senza speranza, incapace, impossibilitata a procreare, vuota come una rana d’inverno.
    Egli ci impegna a meditare su quello che è avvenuto, ci ordina di conoscere la verità dello sterminio, per sapere quello che gli Ebrei hanno sopportato e come i tedeschi hanno organizzato lo sterminio del popolo ebreo!
    Gli uomini non dovranno mai dimenticare il genocidio milioni di uomini, donne e bambini!
    Il ricordo di quelle vittime innocenti dovrà sempre acconmpagnare l’uomo di tutti i tempi, sia quando si sta in casa , sia quando si incammina per la via, sia quando si corica o si alza dal letto.
    Gli uomini dovranno tramandare, perpetuare, l’accaduto, peché non si ripetino simili crudeltà, o possano gli uomini annichilire nel dolore e nelle disgrazie: colpiti negli interessi; invalidati dalle malattie; abbandonati e odiati dai propri figli!

    Prof.ssa Angelica Piscitello

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Prof.ssa Angelica Piscitello