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prof.ssa Angelica Piscitello

martedì 7 febbraio 2012

IL MASSACRO DELLE FOIBE



Alla fine della Seconda guerra mondiale, mentre tutta l'Italia, grazie all'esercito Anglo-Americano, veniva liberata dall'occupazione nazista, a Trieste e nell'Istria (sino ad allora territorio italiano) si è vissuto l'inizio di una tragedia: la "liberazione" avvenne ad opera dell'esercito comunista jugoslavo agli ordini del maresciallo Tito.

350.000 italiani abitanti dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia dovettero scappare ed abbandonare la loro terra, le case, il lavoro, gli amici e gli affetti incalzati dalle bande armate jugoslave. Decine di migliaia furono uccisi nelle Foibe o nei campi di concentramento titini. La loro colpa era di essere italiani e di non voler cadere sotto un regime comunista.
Trieste, dopo aver subito più di un mese di occupazione jugoslava, ancora oggi ricordati come "i quaranta giorni del terrore", visse per 9 anni sotto il controllo di un Governo Militare Alleato (americano ed inglese), in attesa che le diplomazie decidessero la sua sorte.

Solo nell'ottobre del 1954 l'Italia prese il pieno controllo di Trieste, lasciando l'Istria all'amministrazione jugoslava.
E solo nel 1975, con il Trattato di Osimo, l'Italia rinunciò definitivamente, e senza alcuna contropartita, ad ogni pretesa su parte dell'Istria, terra italiana sin da quando era provincia dell'Impero romano.

Il 10 febbraio è il giorno che l'Italia dedica alla memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe e dell'Esodo dalle loro terre degli Istriani, Fiumani e Dalmati.

Cosa sono le Foibe?
Le foibe sono delle cavità naturali, dei pozzi, presenti sul Carso (altipiano alle spalle di Trieste e dell'Istria).

Quanti furono gli infoibati?
Purtroppo è impossibile dire quanti furono gettati nelle foibe: circa 1.000 sono state le salme esumate, ma molte cavità sono irraggiungibili, altre se ne scoprono solo adesso (60 anni dopo) rendendo impossibile un calcolo esatto dei morti. Approssimativamente si può parlare di 6.000 - 7.000 persone uccise nelle Foibe, alla quali vanno aggiunte più di 3.000 persone scomparse nei gulag (campi di concentramento) di Tito.


Perché si è tanto taciuto sulle foibe dopo la guerra? I motivi principali furono due: anzitutto l’intenzione delle istituzioni italiane di mettere una pietra tombale sulla sconfitta della seconda guerra mondiale. Ricordare i giuliani avrebbe aperto nuovamente la ferita. La motivazione principale era però quella di rimanere in buoni rapporti con la Jugoslavia di Tito: commemorare le vittime delle foibe avrebbe creato tensioni diplomatiche tra i due Paesi, e sarebbe potuta suonare come una rivendicazione territoriale dell’Istria e delle altre zone perdute coi trattati di pace. Nulla di più pericoloso in tempi di guerra fredda. Perciò si preferì insabbiare la questione. A questo va aggiunto purtroppo il pressapochismo, o ancora peggio, la faziosità di molti storici, che hanno volutamente trascurato il genocidio italiano operato dagli slavo-comunisti.

1 commento:

  1. Le foibe, tipiche voragini del paesaggio del Carso, con un ingresso a strapiombo, furono il palcoscenico di un orrendo e doloroso spettacolo che si svolse tra il 1943 ed il 1945: migliaia di uomini, durante e dopo la guerra, furono gettati, da morti o ancora vivi, legati con il filo spinato, all'interno di queste fosse comuni, che custodirono, in silenzio, i loro corpi per decenni prima di essere scoperti.

    Per comprendere la situazione storica occorre far riferimento al movimento partigiano di Tito, cofondatore del Partito Comunista Jugoslavo che, nel 1920, organizzò il movimento antifascista, grazie ad un'estesa guerriglia di resistenza attuata con l'appoggio degli Alleati, in particolare dell'Armata Rossa. Tito capitanando (tra il 1941 e il 1942) il Comitato Antifascista di Liberazione Nazionale della Jugoslavia, ha respinto le forze dell'Asse dai territori dell'ex Jugoslavia ed ha sconfitto anche il movimento antifascista rivale. Negli anni '40, Tito ed i titini sono stati accusati dei crimini compiuti per i di massacri e le deportazioni eseguite, a danno di oppositori politici e simpatizzanti dell'Asse, ma anche a sfondo etnico: tra queste i massacri delle foibe e l'esodo forzato degli italiani istriani. Il giorno del ricordo, ci fa commemorare le vittime della "pulizia etnica". Non dobbiamo dimenticare le atrocità commesse anche contro i cittadini inermi, perché non si ripetano in futuro. Occorre quindi vigilare e condannare in tempo, prendendo posizioni corali, a livello internazionale!

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Prof.ssa Angelica Piscitello